venerdì 30 novembre 2007

Indisponenza mitologica



Ok, oggi sono decisamente sull'incazzoso/indisponente ritmicamente andante (e senza allegro con brio).
Dopo essermi fatto cassare dalla mia relatrice, senza che neppure lo leggesse, il capitolo introduttivo della tesi (la cui stesura mi è costata 2 settimane di mal di schiena davanti al pc ed un decremento esponenziale della mia vita sociale) ho la necessità di rifarmi in qualche modo.
Nulla di meglio che convogliare l'"incattivimento" verso qualche argomento da postare.
Decisamente non vorrei essere nei panni del post che oggi finirà sotto le mie grinfie.
Una scorsa veloce agli argomenti in cantiere nella sezione "progetti" della mia mente.
Li vedo tremare quasi fossero prigionieri tra le sbarre dei neuroni... sanno quale sarà il loro destino, oggi uno di loro verrà sacrificato per placare l'ira "divina".
Mi affiora sul viso un sorrisetto cattivo. L'autore-demiurgo in fin dei conti può anche farsi divinità distruttrice... mi sembra quasi di essere una di quelle imperscrutabili divinità azteche che pregusta il sapore del sangue della vittima.
Quetzalcoatl ? No, per quanto m'intrighi l'iconografia del serpente piumato, il suo nome è troppo scontato; oggi mi sento ben più bellicoso, mi calza meglio il nome del dio battagliero Tezcatlipoca.
Ho sempre adorato il suo nome (se si può ateamente adorare il nome di un dio), quando lo pronunci ti rotola in bocca come una biglia, le sillabe fanno una curva sulle bilabiali; okkio al salto dell'esplosiva dentale... et dulcis in fundo il giro della morte delle altre dentali quelle più morbide del -TL-.... (povere palatali non le considero mai) la lingua che s'inarcua dinamicamente e le parole ci scivolano sopra come i vagoni sulle rotaie impennate delle montagne russe. Il tutto reso ancora più caotico dal fatto di non aver seguito l'ordine di pronuncia nella descrizione del percorso, ma oggi appunto sono decisamente entropico.
Quale sarà la vittima da deviscerare?
Già lo so, ma come un sadico professore liceale che pur avendo già scelto chi interrogare continui a far scorrere il dito su i nomi del registro per potersi gustare la tensione dei malcapitati possessori dei nomi di cui sopra, lascio la questione momentaneamente in sospeso(nel senso che questa è la premessa al prossimo post che pubblicherò oggi pomeriggio o domani); d'altro canto un post in tensione rende meglio.

sabato 24 novembre 2007

Phlebas








Morto...
Il mio corpo immobile
eppur mosso



da freddo cullar
di umide mani
e scosso



da timidi
baci dischiusi
in tumide
lingue d’alghe.



Viscosa saliva
lo spumeggiare di schegge dorate,
riflesso di lucida chioma
ed onde di schiuma
di sole morente.



Schegge, schegge, schegge
e gocce ghiacciate
di giallo paglierino
che son giaciglio
al mio frenetico riposo.



Io,


Phlebas il fenicio,
di gorghi lontani,
gorghi di acqua, sale
ed ere;
Phlebas,
ammaliato
da prostituiti sorrisi
di sciocche sirene,
resto spolpato
nei bisbigli di un verso.

sabato 17 novembre 2007

Le ragioni del folle








Per lo scomposto concerto
di un tossire ritmato
mi tentenna allucinata-
-mente una tmesi
nel singulto
(galeotta fu la glottide allo spasmo)



Dim-
-mi tu
dimmi quale
ehi dimmmmmiii !
qual'è?
qual'è la parola?



No, figurati se è quella
della logica!
lascia sempre
la lingua rugginosa...
il suo sapore è
troppo ruvido,
non sai?
E poi mi rantola
in gola
col raschiare di cui sopra.



Fidati,
una volta descritta
la limatura delle idee
si decritta meglio
nel latrare stordito
di un randagio!



lunedì 12 novembre 2007

Senor Perez




Tiepidolce
abbraccio di manzanilla
quella mattina dalle finestre
mentre il girotondo del sole
scandiva (toc-toc)
il mio

ESSERE-(el mio estar por)-VIVERE
in una mela
(es las manzanas de Cezanne).
Viver como una manzana
nell’attesa di essere colto (maturo)
da una nuda Eva peccatrice
(languida prosperosa
matrona fiorentina)
un’anti-Beatrice;

donna maliziosa...

Parole in bocca





Ebbro dei tuoi
Baci,
vorrei parlarti in bocca
con parole d’amore.
Avrei voluto pronunciarti in
Bocca
Quelle parole che
Solo tu
Devi sapere,
che
tu solo
puoi capire…
…consapevole
che il loro tono
ci avrebbe lasciato in bocca
(in quell’unica bocca
che è mia… che è tua)
l’amaro sapore
del requiem
di un amore
che era

solo
mio.

sabato 10 novembre 2007

Sbronza





E’ strano
è strano
ma non abbastanza,
sento di avere forza

forza!
Ma non credo abbastanza,
non credo abbastanza
per riuscire a sopportare tutto

del tutto
o sostenere lo sguardo nel vuoto
del flusso

dell’acqua
scivolo nel punto di flesso
dell’acqua
è la funzione dei miei pensieri
che disegnano contorni cubisti
di ombre allo specchio

sull’acqua
sul pelo dell’acqua,
sul pelo increspato dell’acqua
del cesso

dell’acqua
che in gorghi leggeri sorride ruttando
e forse è abbastanza.

venerdì 9 novembre 2007

L'eCstasi di santa Teresa






Pallidi petali pendono
dal tuo inguine
in languide pelviche professioni
...ehm profusioni di...
...pudici intenti?!
No ecco, pubici inneggi
al piacere provato.
Ancora pregusti
la pienezza portata
da eventi passati
e la sorpresa preparata,
tu appartata
che attendi
amplessi proibiti,
...ma shhh...
Sogno sagace
estasi santa, sacra sentenza...
Ma ... shhh...ecco
l’amante ammantato di menta
in fresche foglie fragranti.
Nel buio a tentoni,
ancora bagnato di doccia,
lo assali, lo agguanti
con famelici istinti,
intimi intenti,
lo tuffi in tumulti
di un candido mare
di camelie sul letto.
Connubio perfetto.

Edipo re




Nuda trapassi
infangato clamore
cinto da ruvido olezzo
di un piccolo amore
sperato, abbellito
nel mare obliato
tra le onde affogato
del tuo seno
premuroso, materno
latte d’aurora e
marzapane a colazione
sui tuoi fianchi snelli
i tuoi glutei teneri e tondi
canto rapace, vivace
di mille carezze
di miele a colazione
feconda, gioconda
terrena matrona
dondoli ancora
sull’altalena
delle passioni
arrossate dal fuoco
del tuo cuore
di questo infante
scontento, tremante
nell’ombra di un aquilone
fugace,
no ecco era un’ape.
Cingimi ancora di nudi
abbracci di marzapane
e d’orzata se ne rimane...
...il tempo.



Specchio delle mie brame



Eccomi ancora qui, di fronte a me stesso, o meglio, a quest’immagine riflessa di me che ha la consistenza di una mera rete di particelle e segnali informatici codificati, mi ritrovo a sorridere al pensiero che ciò che pretende di rendere il mio io sia talmente inconsistente da dipendere dalla corretta formulazione di un codice binario...
....un elemento diverso nel codice ed ecco che tutta la struttura si trasforma, la mia immagine muta, si sdoppia, si moltiplica e la serie infinita di simulacri possibili danza in silenzio di fronte ai miei occhi, come quelli resi da uno specchio in frantumi.... piccole gocce di me.
Oppure il senso di tutto questo è nel suo fungere da anti-ritratto di Dorian Gray, mi “scrivo” (o de-scrivo) così da potermi idealizzare, ma forse si tratta solo di un modo come un altro per cercare di fissare la proprio identità..... sarà questo che mi costringe ogni volta sempre e di nuovo a volgere lo sguardo su di me ed a tracciarmi in forma di linea?
La pratica confessionale Foucaultiana, retaggio ancestrale del monaco Cassiano, in fondo anche il lettino dello psichiatra non ne è esente (un Freud con la chierca in testa creato confessore.... la psicanalisi ancora puzza d'incenso.....) Quello che è certo è che alla fine rimane un senso d’incompiutezza, e la copia si dimostra per quello che è in realtà... una semplice pubblicità di sé stessi, il trailer del proprio io, lo specchio magico indica sempre "altro" non si ferma su di te (lo sa bene la Regina nera....)
Allora mi piacerebbe, potendo, sciogliermi in lettere o in immagini, sapori e suoni e scorrere sempre giocando con la luce, con le prospettive, con gli scorci visuali.....sarei io, ma sarei sempre nuovo. Questo almeno mi dispenserebbe dal continuo -impossibile- tentativo di cristallizzarmi in un profilo.... troppo bidimensionale mi ricorda la flatlandia di Abbott... in fondo io sono per la quarta dimensione!

giovedì 8 novembre 2007

latte latticini e suoi derivati.....


latte latticini e vari.....
le donne egiziane per lavorare con un uomo dovranno allattarlo almeno 5 volte.... O_O ehhhhhhhh?!?!?cioè io m'immaggino l'ufficio egiziano la mattina..... "ehi Pina (nome tipico delle donne del luogo) ho preso il caffè, me lo macchi?" ed ecco che davanti alla povera Pina si forma la stessa coda che troviamo da noi davanti alle macchinette per il caffè.... chissà se la Pina fa anche il cappuccino.... Magari però per allattare i colleghi ci sono altri modi..... tipo chissà se valgono pure i derivati del latte.... a quel punto nulla di scandaloso! la Pina arriva in ufficio con una bella ricottina "autoprodotta" da offrire... uhhhmmm magari a pensarci quest'idea è venuta loro in mente per fare concorrenza all'lc1 casei immunitas (o quel cazzzzzpita che è) della serie meglio dei fermenti lattici della danone c'è il latte stesso della Pina!
Un'ultima frecciatina:posto che il problema era :"è scandaloso che una donna lavori di fianco ad un'uomo estraneo"la soluzione diventa:"fagli ciucciare le tette e non sarà più estraneo"logica ineccepibile... come dire Aristotele in questo momento vorrebbe resuscitare per potersi suicidare dalla disperazione!!!!beh, ma grazie AR cazzo esistono anche forme intermedie tra la totale estraneità e il ciucciarsi vicendevolmente i capezzoli!!!!
Non che i cristiani siano molto meglio.... anche loro col trash non scherzano! ho messo in capo al post l'immagine di un quadro che mi ossessiona da quando l'ho visto al Prado.... si tratta del miracolo di bernardo.... dopo tante preghiere le tette della statua della madonna diventano di carne e lui ne ciuccia il latte.... (l'ho sempre detto che l'astinenza fa male).
Scherzi a parte da filofemminista sono indignato (ovviamente per il principio più che per la quantomai divertente soluzione) ogni tanto mi chiedo se una vaginocrazia non possa salvare questo nostro "sad-sick-world" (per citare "Daria".... nanana..nana)

Delicato Scatafascio




Nacqui sulle ceneri del Nirvana
terra tremante sotto me
accidioso fummo svanito
nel mio sguardo svilito
tra Grida e rimpianto.
Aria d’argento che brucia
nel sotterraneo soffio del vuoto.


Muri screpolati da cocci di vetro
profonde ferite sparse tra pietre...aperte
e il rumore delle scarpe spaccatesi
su secche briciole di pane...
...crepitio di caldarroste e
ancora acre fummo tra le narici...nei polmoni.


In-


-ciam-


-pato su rotti pezzi di
Tempo;
dimenticate, rozze immagini sfalsate
mi danzano attorno ruzzolando.
Frantumazione dell’essere.
Ma deve andare proprio tutto a
scata-scata-
-Scatafascio?

le pericolose carezze del rasoio

intanto cosa mai centreranno i proci flashati dell'Attardi (sì, è la strage dei proci di ulisse) col mio blog?
No, non riguarda l'assonanza-rima proci/froci (anche se magari l'inconscio c'ha messo lo zampino), per una volta non ha nulla a che vedere con la metrica o con la frociaggine....dipende piuttosto dalla mia passione per questo quadro dai colori arroganti e a voler proprio cercare una scusa, dipende dal nome.... dal nick che mi son scelto : Kinch è chiaro. lo Stephen Dedalus dello Ulysses(eccola la connessione tirata per i peli del buco del culo più che per i capelli!!!), mi è sempre stato simpatico.... l'ateo gesuita mancato di Joyce che si rifiuta di pregare sul letto di morte della madre; forse perchè un po' lo capisco con quella sua infanzia (non molto diversa dalla mia) immersa nel latino tossito da grossi grassi pretoni e le bacchettate sulle dita dispensate con generosità veramente cristiana da arcigne ingombranti "suoresse". ma, magari anche per le passeggiate spese a riflettere sull'ineluttabile modalità del credibile discutendo mentalmente col "maestro di color che sanno...".
Insomma quanto a seghe mentali ce la intendiamo io e Kinch, anch'io in fondo mi son sempre chiesto se il muco di quel latino scatarrato non fosse la più vera essenza della transustanziazione divina..... il verbo che si fa carne.... intere pagine di salmi incarnati (ed incrostati) nel moccio del mio fazzoletto..... la cosa ondeggia tra l'affascinante ed il disgustoso.
Allora ecco l'idea del rasoio, acuto, tagliente, le sue carezze vanno sempre all'osso, in tutti i casi (lo dimostra il nostro buon Ockham).... scarnificare l'inessenziale, progetto truculento il mio, ha un chè di splatter, immagino brandelli sanguinanti di verbose insulsaggini che piroettano a rallentatore nell'aria al suono della dolciastra musica di Tchaikovsky( scena banale forse, ma sempre efficace).
Ma in fondo i progetti vengono quasi sempre costruiti per poter essere disattesi; modo grazioso, questo, per concedermi la libertà di spaziare senza ancorarmi effettivamente ad un'idea precostituita, allora + che di progetto parlerò d'inclinazione, di tendenza, di sfondo comune di senso, ma, a ben vedere, se volessi essere completamente coerente con le mie stesse premesse dovrei cestinare questo post stesso come inutile..... evidentemente il mio rasoio ha bisogno dell'arrotino....