venerdì 22 febbraio 2008

CALEIDOSCOPIO 01- Sorrisi esistenziali




Gabriele sorrise. Gabriele sorrise di gusto. Sorrise per la prima volta nella sua vita, anche se, a rigore, già col suo primo sorriso aveva in sé la consapevole certezza dell’esistenza di altri sorrisi, forse mai effettivamente realizzati, mai compiuti, ma quantomeno ricordati, se non altro perché Gabriele era costituito così, e proprio in quanto se stesso, proprio perché Gabriele, avrebbe benissimo potuto sorridere prima, e questo gli bastava per dare coerenza a quei ricordi dei sorrisi che avrebbe potuto fare.... se fosse esistito prima di adesso, prima di questa sua prima azione, prima di questo sorriso.....
....Dovrebbe apparire piuttosto confusa la faccenda agli occhi di Gabriele.
La faccenda del sorriso intendo; beh, anche quella dell’esistere credo, ma in fondo potrebbero essere la stessa cosa.
Il sorriso e l’esistere.
Quantomeno per Gabriele che non ha ancora avuto esperienza di sorrisi sconnessi dall’esistenza, o di esistenza separata dai sorrisi.
Per questo, credo, Gabriele decise che avrebbe sempre sorriso, almeno finché esisteva.
Per questo credo che l’autore che ha dato vita a Gabriele lo abbia subito odiato.
Per il suo esistere, per il suo sorriso, se non per entrambi. Anzi, penso che gli abbia dato vita (dato vita in questo modo) proprio per poterlo odiare liberamente.
Non so, in fin dei conti io conosco ben poco Gabriele, non è lui il mio personaggio; il mio personaggio è il suo autore, gli ho dato un nome, uno a caso perché io non lo odio, l’ho chiamato Michele; a dire il vero ho lasciato quasi che si creasse da sé, l’ho reso un autore anche se non ho ancora bene in mente di cosa, quindi lascerò che sia lui a scegliere, gli ho dato un mondo in cui vivere, un mondo più o meno come quello in cui vivo anch’io, ma non lo stesso, d’altro canto io non sono lui e lui non è me.
Non so se riuscirete a vedere il mondo, quello che ho creato per Michele, sappiate solo che c’è, sarà Michele a decidere se ve ne dovrò parlare oppure no.
Che figura meschina sto facendo! È la mia opera e non so praticamente nulla, a dirla tutta ho lasciato che la Storia, la mia Storia, che poi è anche la sua Storia (di vita, s’intende) se la scrivesse da solo Michele.
Una stupidaggine, un gioco? Direte che se ho creato il mio personaggio con una specifica personalità, allora conoscerò necessariamente la sua Storia e ciò che egli sceglierà di fare.
E invece no. Ho dato a Michele una specifica personalità, ma per quanto possa conoscere questa non posso dire con certezza quali saranno le azioni di Michele.
Davanti ad ognuno di noi si aprono infinite azioni possibili, e se è per questo, non possiamo, ne sappiamo neppure dire con certezza quali decisioni prenderemo noi nel corso della nostra vita (o nell’arco di una sola giornata!!!).
Ma torniamo a Gabriele, dal momento che l’unica cosa che ha fatto Michele è stata creare Gabriele. Per narrare la storia di quello dovrò quindi seguire la storia di questo.
Mi domando se sia possibile che Michele abbia scelto di schiacciare la sua vita dentro l’arte, quasi fosse una coperta da far entrare dentro una valigia troppo stretta, una valigia magari bellissima, ma che sicuramente non ti consente di portare dietro tutto.
Beh, se così fosse la mia storia, la sua storia, si limiterebbe ad essere la storia di Gabriele.
Vedremo.

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