sabato 22 dicembre 2007

Cassandra



Scruti
Troppo dolore.

Tu cieca Cassandra
Dalle interiora del tempo
Riesumi
Imbalsamate profezie
Da raccontare
Té alla mano
Lacrime agli occhi
A tutti i sordi attorno al tavolino.
-"magari fossero anche
muti!"-

(le frattaglie
son del tuo cuore)

Povera piccola Cassandra
Sulle dita conti i tuoi
Domani svelati non
Per divina vendetta
Ma dono per grazia
Concessa
Dall'ineluttabilità
Della sofferenza.

Folgorante visione e…
Giro giro tondo
Tra convulsi saltelli isterici
Casca il mondo
Canticchi una filastrocca
Casca la terra
Con le lievi tonalità
Dei mille mugolii
Tutti giù per terra
Che escono dalla tua bocca
Imbavagliata.

E come sorridi spasmodicamente
Che tenero sorriso e che carini
I tuoi occhietti iniettati di sangue!
Li vedo tra le foglie
Incise di strazianti sentenze
Dietro cui stai tremando.
E allora bubusettetè
E un due tre stella
E tana libera tutti!
Ma come?
Non hai più voglia
Di giocare a nascondino
Col destino?

Che fai?
Piangi?
Ti uccidi?
Cassandra birichina,
Faccia birbona,
adesso devo andare
a ricomprarti al supermercato!


mercoledì 19 dicembre 2007

Il corriero svaligiato 02 (lezioni di astronomia erotica e grammatica anale)




[XXXIV]
Amatissimo Tirone.
Uscito dal laborioso esercizio de' continui studii, o mio caro garzone, per allentare col passatempo della villa l'animo, che quasi arco, secondo la Ciceroniana sentenza, nel fermarsi troppo lungamente teso, scorre pericolo d'infrangersi, escrucciati li miei desideri, che non possono comportarvi lontano. Posso chiamarvi incendiario amoroso che m'abbrugiate il cuore, essendo io poco meno che invaghito del vostro buon talento, e della vostra pieghevole natura. Più d'una volta la vostra persona mi solleva alle sfere, nella contemplazione di quella potenza, d'onde siete uscito così perfetto, che ben posso ammirare in voi la figura circolare, come quella ch'eccede ogni altra in merito di perfezzione. Sarete un mappamondo di scienze, quando io possa in tempo diuturno lavorare l'inculto terreno del vostro giudicio col mio astrolabio, e tener fermo nel mezo il compasso, per aggirarmi poscia all'intorno della vostra circulazione. E se bene rassembrarete Firmamento nella sodezza, e
fermezza, con cui riceverete la mia dottrina, io con tutto ciò sarò intelligenza motrice della vostra sfera. Ho gran diletto, quando posso spinger avanti in voi quella forma, ch'imprimono li miei insegnamenti, per levare que' rudi principii li quali rendono miserabile l'intelletto, e allargare il foro all'ingresso delle più recondite scienze. Non vorrei che questo poco sollevamento dalle studiose lucubrazioni cagionasse la dimenticanza di sì bell'uso, diventando inscio degli precetti dàtivi fin ad ora, per buon inviamento ad altre dottrine. Avvertite di non
perdere la facilità, con cui sapevate truovare buona concordanza, allor quando io vi proponevo un caso retto; come pure l'attitudine al far i latini per gli passivi, al che hovvi avvezzato, come che rendono l'orazione molto più elegante. Non usate troppo gli attivi, a fine di non imbevervi di contrario costume; e se pure talvolta v'occorre l'esercitare in questi le regole da me insegnatevi, rivolgetevi subito al fargli in passivo, per assicurare una buona consuetudine. Altrimente diventando voi immemore di sì bell'uso, al vostro ritorno io sarei in necessità di maneggiare la mia sferza, che ora si va indurando, e farà di mestieri che me l'aggiri per le
mani, quando non incontri in voi la solita capacità per apprendere quanto dono in pasto al vostro intelletto. Non permettete alla interposizione di questo tempo l'insinuarvi terrore con la difficoltà, che va congiunta alla durezza delle scienze, la quale può ammollirsi dal vostro esercizio, e dal fervore dello studio, con cui ruminando li documenti che vi si danno, su'l fine toccarete con mano esser poco, e quasi nulla, ciò che da principio, e in durezza, e in grandezza, rassembrava un monte. Ripetendo nella memoria ciò che v'è riuscito sotto la mia disciplina, potrete accertarvi di questa verità, confessandovi più d'una fiata stupido allo scorgere fatto in poco d'ora Pigmeo senza sussitenza, e senza forze, chi pareva inanti un
colosso ingigantito. Tanto può e vale un giovine quando coopera alla bontà dell'insegnamento, che raffiguro per appunto nella cera, ch'indurata, e intirizzata dal freddo, concorrendo il calore d'estrinseco ogetto, s'intenerisce, dilegua, anzi si consuma. Alla macina della intelligenza si richiede un moto rapido, e veemente; che allora ben presto vi si fa trito ogni grano, benché duro come un osso. Non vi credo già oblivioso della difficoltà che prima avevate in congiungere l'aspirativa oh col dattivo mihi, nel che facesti tale prattica, che quasi ad ogni ora sentivo ripetersi quel verso Oh mihi quam dulcis, etc. Similmente pareva strano l'obligo di
porre sempre l'o inanti al vocativo, il che nondimeno tanto v'inculcai nella mente, che si tramutò in consuetudine il rispondermi, ogni qual volta vi chiamavo, con l'o Magister ecce adsum. Ciò vi riduco a memoria, accioché nell'ozio presente inselvatichito l'ingegno, e ritornato al primo stato di strettezza, con cui l'ignoranza chiude l'adito al sapere, non vi riduciate a termine di non lasciare penetrare con la solita prontezza li miei documenti; o pure sentendo qualche nuova passione, per il mancamento dell'uso, v'assicuriate ciò non procedere da maggiore durezza della materia, ma dall'esservi disavvezzato, là onde risolverete di soffrire
ogni patimento per ripigliare la ordinaria consuetudine, che vi rende agevole il sodisfare al precettore. Osservate finalmente di non ricevere le regole d'alcun altro, mentre siete da me lontano, posciaché essendo diverse dalle mie, come che la sostanza della dottrina è la stessa, ma diversa la quantità, e la qualità, confondereste voi stesso, e a me usurpareste il contento che pruovo al vedervi proclive all'apprensione delle mie, come più ordinarie, e meno istravaganti. Che se da altri quasi a viva forza permetteste inserta nella vostra mente una dottrina esorbitante, non più sareste atto al trattener la mia, la quale vacillarebbe, non appresa con la solita corrispondenza, in cui ho pruovata mai sempre la capacità della forma, aggiustata alla materia, ch'io proponevo. Non ho altro di che avvisarvi, posciaché la scienza, di cui sono avvezzo di far voi a parte, abbonda solo in vostra presenza. Al ritorno, che attendo in breve, frequentarò gl'insegnamenti per risarcire li danni del tempo decorso. In questo mentre non
vogliate dimenticarvi del vostro diletto precettore, il quale per fine vi si raccommanda.

Il corriero svaligiato 01 (presentazione)


Comincio dunque dal Corriero Svaligiato, interessante opera del 1641 del prolifico (i suoi scritti si contano quasi a dozzine!) padre Marcantonio (già il nome è tutto un programma) al secolo Ferrante Pallavicino.
Il Pallavicino (nato a Piacenza nel 1615) era uno di quei figli cadetti che presero i voti più che per vocazione, per imposizione paterna onde evitare il disperdersi dei beni nelle divisioni ereditarie. Alquanto insofferente per la sua assai poco volontaria condizione di prelato e dotato di una tagliente ironia, il Nostro ingrossa le fila di quei libertini secenteschi figli del "poetar osceno" del Marini, dimenticati, o meglio, cancellati a forza, dalle lezioni ufficiali di letteratura.
La sua formazione avviene, in buona sostanza, a Padova, roccaforte di quell'aristotelismo che, a breve, sarebbe stato spazzato via dalle prorompenti scoperte scientifiche.
Senza entrare troppo nel merito della questione è però interessante sottolineare come dal punto di vista etico, quel pensiero, oggi riletto in senso "anti-moderno", si facesse promotore di una morale naturale, verrebbe quasi da dire "laica", svincolata cioè dai precetti religiosi.
Non è un caso, quindi, che molti libertini si siano rifatti proprio a questa cultura; lo stesso Pallavicino, in genere così avaro di citazioni, nomina esplicitamente Zabarella nel suo scritto.


Venendo all'opera, la forma non è propriamente quella del "romanzo" classicamente inteso, si tratta più di un libello di carattere dialogico, o di un pamphlet epistolare, dove la scarsissima trama ha la sola funzione di fare da cornice e di permettere all'autore di trattare gli argomenti che più lo interessano.
L'idea di base, quella di un dialogo/commento sulle base di alcune lettere rubate ad un "corriero" (di qui il titolo), non è affatto innovativa, ma, come spesso accade in letteratura, più che la novità del tema è interessante l'esecuzione che, in questo caso, è particolarmente brillante (se è per questo anche la divina commedia dantesca, quanto ad argomento, era abbastanza banale e riproponeva il topos consolidato del viaggio oltremondano).
Le lettere trattano di argomenti vari, generalmente scabrosi, ossia, per la cultura dell'epoca, legati al sesso. Le lettere che affrontano più da vicino la tematica omosessuale sono la XVI e la XXXIV (quest'ultima è appunto quella che ho scelto di postare).
La sodomia rimane nell'opera un argomento spinoso e le opinioni del Pallavicino a riguardo non sono affatto esplicite, da un lato sembra giustificarla, mentre dall'altro la indica come "abominio", non che questo debba stupirci nell'Italia della controriforma.
Sul soglio pontificio stava assiso Urbano VIII Barberini ("il barbier che fè la barba a christo" come lo definisce il Nostro); per chi non se lo ricordasse si tratta del papa sotto cui vennero processati (tra gli altri) Galileo e Campanella.
C'è da dire che, nonostante tutte le cautele dell'autore, non dovettero essere sfuggite all'attenzione della corte papale alcune tra le frecciate più ardite ( «Mi stupisco però di chi condanna l'uso della Sodomia in Roma, ne' padri Giesuiti, e universalmente in tutti gli Ecclesiastici, o dotti; mentre pure si sa che questi personaggi sono maggiormente obligati a vantaggiosa perfezzione. Quindi nello studio di tal arte compiscono questo lor debito») tanto che nel 1644 il buon Ferrante venne decollato (i capi d'accusa erano lesa maestà ed apostasia e i suoi scritti fungevano da prove di colpevolezza) davanti al palazzo dei papi ( con immensa magnaminità gli risparmiarono l'onta del rogo).



ILBRANO SCELTO:

La lettera XXXIV, è indirizzata da un precettore al suo buon garzone Tirone (dalla "pieghevole natura" ... ) da cui si è dovuto separare per del tempo.
Tutto si gioca sull'intrigante piano dell'allusione; nulla pare detto esplicitamente, ma le varie immagini delle lezioni impartite sono estremamente evocative e lasciano ben pochi dubbi sul significato che debba essere attribuito loro.
Così vengono ricordate le lezioni di astronomia dove l'allievo è un mappamondo celeste su cui il maestro gira il suo "compasso", per poi riempirlo di "dottrina".
Nè mancano gli accenni alla grammatica, disciplina essenziale; ed il buon maestro mostra di aver ben insegnato al suo allievo l'uso dei "passivi", salvo poi minacciare di colpirlo con "la sferza che si sta indurendo" se al suo ritorno non lo troverà più capace di ricevere gli "insegnamenti" che in lui solitamente instillava.
La lettera termina poi con l'ammonimento a non farsi "istruire" da altri, che se gli capitasse di ricevere una "dottrina sovrabbondante" egli non sarebbe più atto a trattener quella del suo usuale precettore.


Non mi resta che augurarvi buona lettura.

martedì 18 dicembre 2007

La cultura fantasma ( progetto Kin-CH-icche )



Inauguro qui una nuova serie di post dedicati alla Cultura erotica più o meno antica (con particolare attenzione a quella omosessuale). Da brava finocchia "coltivata" ed erudita, mi sembrava carino postare parti di opere che la nostra cultura ufficiale mal sopporta o, peggio ancora, tace completamente.
Premetto che alcune citazioni saranno forse già note e scontate per chi conosce un po' di letteratura, altre invece potrebbero risultare sorprendenti, sta di fatto che, data la costante, e spesse volte volontaria, opera di mistificazione portata avanti dalla critica, ho pensato di creare una A-sistematica breve antologia alternativa(magari prima o poi le darò coerenza- quantomeno cronologica-), così prossimamente snocciolerò le chicche checche di kinch.
Si apre allora la caccia agli invisibili, ai fantasmi delle storie della letteratura che ritroveremo nel castello degli orrori del progetto Kin-CH-icche..... da leggersi chincicche... sì come il plurale di cicca perchè i passi scelti saranno tutti da masticare e da gustare, ma senza impegno (o quantomeno, io la mia consueta dose di pedanteria ce la metterò cmq, ma voi potrete anche saltare le mie analisi).
Lo schema che seguirò sarà molto semplice: ci sarà un post con una + o - breve (a seconda della voglia) presentazione generale dell'opera e dell'autore, seguirà un accenno ai passi più significativi, quindi nel post sucessivo troverete il brano scelto.

venerdì 14 dicembre 2007

Sacrilego


Vorrei avvolgermi in te,
nelle tue sacrileghe ingenuità di dita
e nodi di lingue intrecciate
in baci taglienti.
Sciolto in
sudore e sospiri affannati
il voto
di
piume troppo pudiche,
m’inviti a
tracciare la forma
del tuo collo
“a parole” dici
con argenteo sorriso d’angelo
spennato
.... ahh con bocca e lingua quindi...
Capisco bene e mi
ritrovo ad
erigere, te eretto,
a strada maestra da percorrere
tra segreti sentieri
acquattati negli angoli del tuo corpo...
Attendono languidi
solo di essere
scoperti nel
ricoprirsi dei corpi.



mercoledì 12 dicembre 2007

Viaggi Impossibili....ritorno

E, come promesso ecco la mia risposta al post precedente:






Sciabordio di fiume dal balcone e sferragliare di treni....il ponte ce l'ho, mi manca solo la coreografia della fantastica nanetta ma in fondo viaggio anche a modo mio sul sentiero di fumo tracciato da una sigaretta sfrigolante, l'ha colpita una goccia della pioggia che cade e tam-tam-tambbburella sul parapetto, scroscia a fiotti, pare una scarica elettrica impazzita, anche quella viaggia, ma cazzo se si viaggia di merda risucchiati da un cavo -attenzione- alta tensione; neppure un finestrino per guardare la luna col sorriso da stregatto che m'avvisa che il sentiero di fumo che percorro ha la pessima abitudine di sfaldarsi velocemente nell'aria, nulla da fare è già successo, sotto di me il vuoto, la ringhiera troppo lontana da afferrare e poi c'è sempre la gravità anche quello è un viaggio, unidirezionale certo, ma se ti lasci prendere dalla leggerezza delle facezie il vento vorace ne approfitta e ti strappa via dal tuo moto newtoniano..allora meglio fare il serio e restare un grave, alla fine puoi sempre dire di essere stato toccato dal padre della scienza prima che ti lanciasse da qualche torre, ma stavolta con sommo disappunto di Galileo la caduta non è grave sssssciaffff non mi va di rialzarmi, posso sempre nuotare nella pozzanghera che ho squassato basta non arrancare come un pesce fuor d'acqua, quella ce l'ho tutt'attorno anche dentro ma senza annegare, mi nuoto, o meglio mi viaggio dentro iome sarà questa l'introspezione che immaginava Freud? vedo degli sfigati su pseudo-astronavi celeste vomitino che parlano ad un globulo rosso ciccione, ha delle rotelle di lardo che ondeggiando trasudano della co2..... dritto in vena quindi.... neppure un battito e sono al capolinea, scendo non so dove, ho fatto il biglietto a caso l'importante era viaggiare; all'uscita i buttafuori immunitari sbattono a terra qualche virus ubriaco che non era neppure sulla lista, fuori c'è la coda ma i selezionatori all'ingresso sono inflessibili… un corpo discoteca chissà se ho anche un locale darkroom dentro me? La notte continua a sputarmi addosso il suo catarro umido e sporco, certo ke è notte! certi viaggi si fanno solo di notte ma sono improgrammabili, se li prenoti su internet lo schermo ti ride in faccia altro che lastminutes alle Maldive quello, se c'ha 4 pleuri, se lo compra qualunque sminkione, ma i viaggi, quelli veri, quelli folli, devi avere le carte giuste per farli (mica bastano quelle d'imbarco!) e li paghi con ben altra moneta… mi alzo dalla pozzanghera che ho prosciugato atterrando dal balcone… già come se una balena mi cascasse nella vasca da bagno -che sfigata sarebbe considerando che preferisco la doccia , avrebbe giusto 4 gocce d'acqua a disposizione, poi se muore e marcisce te lo spiego andare al cesso a cagare con i gabbiani che ti guardano dal cadavere… ma insomma stavo viaggiando, che è un po' come dire "ritorno ad andare" quasi mi fossi perso in vie secondarie smarrendo la strada, ma il bello è che se non sai dove vai qualunque deviazione fa tranquillamente parte del tragitto… la bici è sempre lì attaccata al lampione in rugginosa attesa, stringo tra le cosce la sua canna dura mentre il sellino umido mi skiaffeggia il culo ad ogni buca, la catena -clang clang clang- rumoreggia affaticata tra gli skizzi delle ruote, in un orgasmo di melma le gocce mi arrivano fin quasi al viso… devo proprio montare il parafango; quel lampione con la colite concorda con me ammiccando intermittentemente col suo ciclopico lucente occhio….probabilmente vittima di un qualche automobilista poco accorto è destinato a rimanere piegato quasi avesse mal di pancia, costretto a fare l'inchino a qualunque mentecatto passi di qui, me compreso,così non ho neppure bisogno di nascondermi sotto qualche peloso animale per sfuggire al mio elettrico Polifemo, d'altro canto io non ho mai preteso di non essere Nessuno; ma forse è solo piegato a 90 per scelta, le chiappe al vento e via… che, se ci pensi, ogni volta che ti sbicicletti una salita senti i glutei che si rassodano…sorrido- anche il sesso fa parte del viaggio ma è solo una tappa intermedia -non mi piace fermarmi solo a quella stazione- ma neppure la lasci indietro e se riparti per giungere a più alte vette relazionali la traini con te, una stazione semovente, cosa c'entra il culo? Beh se parli di Parinetto c'entra sempre e poi se è sodo è un buon biglietto per la stazione intermedia, per andare oltre poi insomma si vede… alla fine per oggi ho viaggiato abbastanza non mi resta che tornare...


Viaggi Impossibili....andata

Pubblico qui, dopo averglielo chiesto, dei pensieri che un amico mi ha inviato ieri via mail.
lo faccio anche perchè come spesso mi capita in questi casi ho la tendenza a rispondere +o- "a tono", il post sucessivo conterrà infatti la mia risposta (se di risposte o domande si può parlare).
Due avvertenze:
1) non sono riuscito a rendere la veste grafica con cui mi è stato inviato, perciò sul fondo del post trovate il link all'immagine che rende la composizione di cui parlavo.
2) mi sono permesso di aggiungere un breve video tratto da dancer in the dark..... il viaggio e la morte.... non potevo non metterlo.

quindi ecco a voi i pensieri di Luke.s.Doveson (l'amico di cui sopra)



farsi un viaggio, verso dove? il viaggio fondamentale: la morte. immaginare una morte, con falce e valigia, che cammina su un’autostrada deserta. chissà poi perché. forse fa l’autostop. ma il viaggio è anche e soprattutto ricordo. novità che portano vecchie sensazioni alla memoria. memoria di viaggi passati. o anche solo pensati. di colori, odori, musiche e persone. paesaggi sfuggenti da un treno. mettici una madeleine. ma anche l’epica è soprattutto viaggio. di formazione, storia, biografia. ci sono viaggi reali, e metafore di viaggio. ci sono viaggi di riconciliazione. immagina un letto fra mille, in un ospedale e una madre morente. il viaggio diabolico, luciferino, psicotropo. l’unguento e i tamburi giusti, candele da 50 cent l’una. viaggio nel cielo, a dorso di cavallo o di scimmia. c’è anche ulisse, c’è anche kinch. poi ci sono gli escort dei viaggi. virgilio, ma anche – ricordo – per me c’è stato anche un ragazzino francese, con la faccia sporca gli occhi azzurri che bucano il bianco e nero. nomadismo, imbarcazioni semantiche e fonetiche, ubriachezza. un erotismo assoluto, nuovo, immaginario. ci sono i pellegrinaggi, rosso, nero, giallo scuro. la madonna assunta in cielo, che non termina il viaggio. c’è quello di giovanni, su un’isola il naufragio, e un viaggio psichedelico verso la fine del mondo. ci sono i viaggi esotici e la pedofilia. poi gaugin, ma nessuno nominerà schiele, schiuso nella sua stanza. da una sala da ballo al sabba sfigurante. il demonio viaggia tanto, anche perché bene non si sa dove stia di casa. fuori dal paese, dalla città, il viaggio si fa nelle foreste, sulle vie dei commerci, nel deserto o sul mare. c’è sempre un rapace in agguato. fuori dal corpo o rapiti dagli alieni. a parigi, vienna, praga o miami. la cioccolata calda e il tabacco: non sai se pensare al messia gay o a una gita alpina. forse alle forme tonde delle stampe coloniali, donne dall’odore bellissimo. di carta stampata, restano le riviste di viaggio. i diari, i taccuini e le macchine. tutto molto costoso. perdersi con un pullman rosa su di un’isola deserta. purché siano grandi abbastanza. tutte le mattine al lavoro, treno metro, metro treno. gallerie inesplorate. e lara croft su e giù dai tetti.

non ci sono viaggi impossibili.

By Luke.s.Doveson

sabato 8 dicembre 2007

La nascita di Abraxas



Corpo cosparso di sperma
invischiato di
vacuo languore o provido ardore?
magari entrambi incompiuti
nei tumulti inconsulti
d'un riso spezzato.
L'angelo irato
si sveglia per
l'eterno clamore
di un bacchico.... furore
(pulsione per troppo nascosta)
finalmente comincia a capire
di essere stato imprigionato
rivede se stesso impagliato,
nudo aborto di un sogno d'oro sbavato
e d'alloro avvilito .
In travaglio disperato
l'angelo imbellettato
batte allo specchio per fuggire
senza capire
che viene spennato,
lui affogato, impigliato
nel petto villoso
di un satiro.....
....uhmmmm dotato
nel suo bramoso segreto
selvaggiamente amato...
eh.... in languidi abbracci avvinghiato,
estenuato,
di parto cesario rinato
da questo orgiastico amore
e cinto da un manto di
placenta e liberazione,
tra la generale costernazione
...se ne va.
Angelo sorridente
due corna e
un'aureola d'argento....
se ne va...
...Angelo gaudente....

domenica 2 dicembre 2007

Orgogliosamente fazioso (il seguito di Indisponenza mitologica)

Alla fine la pigrizia ha avuto la meglio sull'irritazione, il post è quello che avevo già deciso di scrivere, ma i toni saranno meno pungenti del previsto.
Di recente mi è capitato tra gli artigli il catalogo della mostra "vade retro", tristemente nota più per le vicissitudini legate all'esposizione che per il suo valore artistico.
Sappiamo tutti com'è andata; la mostra doveva tenersi a Milano, ma "donna Letitia" si premura di censurare numerose opere (come la miss kitty che potete ammirare in capo al post), per protesta a un paio di giorni dall'apertura al pubblico gli artisti ritirano le loro opere e la mostra viene annullata. Si alza un gran polverone e molte città si offrono di ospitarla, salvo poi ritrattare all'ultimo minuto. Alla fine dopo vari tira e molla le opere vengono esposte a Firenze senza il patrocinio dell'assessorato ai beni culturali che mostra piuttosto nei confronti dell'evento un malcelato fastidio.
L'assessore, esponente del P.D. ha infatti esortato i suoi compagni di partito a smetterla d'interessarsi alle rivendicazioni delle frocie perchè esse come storicamente nel caso di quelle femministe sono fini a sè stesse e vengono giudicate immature e puerili (classico esempio di chiusa mentalità maschilista/patriarcale direbbe una femminista, ed io concorderei con lei).
Ma non è questo il punto.... sfogliavo il catalogo, quando l'occhio mi cade sulla prefazione che ospitava gli interventi di Vladimir Luxuria, di Sgarbi (come organizzatore della mostra) e.... sgrano gli occhi..... di Ignazio La Russa..... suppongo per par condicio.
Dopo essermi ripreso dallo stordimento iniziale - bocca aperta, sguardo fisso da baccalà , innaturale immobilità, ed improvviso attacco di gastrite - comincio a leggere ciò che vi riporto più o meno fedelmente (dovendomi affidare alla memoria non saranno citazioni precise, ma riassumerò il succo dell'intervento).

Cominciava facendo il simpatico..... "sarà lui o non sarà lui, certo che sarà lui, non avete sbagliato a leggere sono proprio Ignazio La Russa capogruppo(non mi ricordo se alla camera o al senato...) di AN".... poi un po' di blablabla in cui, tra l'altro, sottolinea di non aver preso visione delle opere di cui sta parlando; infine spiega il senso della sua presenza +o - in questo modo "sono felice che l'amico Sgarbi mi abbia chiesto di stendere una presentazione perchè ciò mi consente di dimostrare nei fatti quello che dico sempre a parole: cioè che pur essendo assolutamente contrario a concedere dei pretesi diritti alle coppie omosessuali, diritti che non sussistono, sono cmq sempre pronto a schierarmi contro le discriminazioni che riguardino il singolo individuo."
la mascella a questo punto mi scende fino al petto, la bocca è talmente spalancata dallo stupore che sembra che io stia facendo un pompino ad un gargantuesco cazzo invisibile.
Non ho intenzione di ribattere qui alle assurdità delle tesi sostenute da La Russa (basate tutte su un'ipocrita divinizzazione dell'individualismo tipica della destra), ne abbiamo sentite anche di peggiori; quello che mi sconvolge è che nessuno si sia alzato in piedi nauseato protestando per il fatto che simili incoerenti minchiate siano state pubblicate sul catalogo.
La cosa che infatti più mi fa incazzare è questa smania di correttezza politica che assale tutti..... Evviva la par condicio, dobbiamo essere neutrali, non dobbiamo sbilanciarci!
CAZZATE!!!!
La neutralità in politica non esiste e non può esistere. L'unico modo per essere veramente neutrali è non sostenere nulla! nel momento in cui prendi posizione su qualche argomento necessariamente ci sarà qualcuno che è più vicino al tuo modo di pensare rispetto agli altri. sostenere poi che l'omosessualità non sia un fatto politico è impensabile. E allora bisogna per forza mostrarsi corretti e parlare di rivendicazioni gay in una destra che vorrebbe che i gay fossero solo individui che vivono la loro sessualità nel chiuso della loro camera da letto?
Mi riferisco anche alle cose deleterie che sono state dette sul ragazzo cherichetto/militante in F.I./gay che ha fatto coming uot in una nota trasmissione televisiva.
Possibile che una miriade di frocesse abbia pensato d'incoronarlo santo della finocchiaggine assieme a Britney Spears.... lui ricostituito a simbolo e modello che indica come sia possibile essere gay di destra e gay nella chiesa.... sì cioè ricevendo un calcio in culo se va bene!!!!!!!.... Vabbuò mi sto di nuovo incazzabbubbolendo perciò termino qui, dedico solamente un video di you tube al coming out del tipo(anche perchè trovo questo video di coming out molto più divertente e politico di quello della capessa delle cherichette) . Volevo poi aggiungere lo script di una canzone di Brusco che aveva fatto da sigla a Blob in tempi di par condicio, ma nn l'ho trovata, se vi dovesse capitare "tra le orecchie" ascoltatela è carina. (Brusco Rapcondicio)






venerdì 30 novembre 2007

Indisponenza mitologica



Ok, oggi sono decisamente sull'incazzoso/indisponente ritmicamente andante (e senza allegro con brio).
Dopo essermi fatto cassare dalla mia relatrice, senza che neppure lo leggesse, il capitolo introduttivo della tesi (la cui stesura mi è costata 2 settimane di mal di schiena davanti al pc ed un decremento esponenziale della mia vita sociale) ho la necessità di rifarmi in qualche modo.
Nulla di meglio che convogliare l'"incattivimento" verso qualche argomento da postare.
Decisamente non vorrei essere nei panni del post che oggi finirà sotto le mie grinfie.
Una scorsa veloce agli argomenti in cantiere nella sezione "progetti" della mia mente.
Li vedo tremare quasi fossero prigionieri tra le sbarre dei neuroni... sanno quale sarà il loro destino, oggi uno di loro verrà sacrificato per placare l'ira "divina".
Mi affiora sul viso un sorrisetto cattivo. L'autore-demiurgo in fin dei conti può anche farsi divinità distruttrice... mi sembra quasi di essere una di quelle imperscrutabili divinità azteche che pregusta il sapore del sangue della vittima.
Quetzalcoatl ? No, per quanto m'intrighi l'iconografia del serpente piumato, il suo nome è troppo scontato; oggi mi sento ben più bellicoso, mi calza meglio il nome del dio battagliero Tezcatlipoca.
Ho sempre adorato il suo nome (se si può ateamente adorare il nome di un dio), quando lo pronunci ti rotola in bocca come una biglia, le sillabe fanno una curva sulle bilabiali; okkio al salto dell'esplosiva dentale... et dulcis in fundo il giro della morte delle altre dentali quelle più morbide del -TL-.... (povere palatali non le considero mai) la lingua che s'inarcua dinamicamente e le parole ci scivolano sopra come i vagoni sulle rotaie impennate delle montagne russe. Il tutto reso ancora più caotico dal fatto di non aver seguito l'ordine di pronuncia nella descrizione del percorso, ma oggi appunto sono decisamente entropico.
Quale sarà la vittima da deviscerare?
Già lo so, ma come un sadico professore liceale che pur avendo già scelto chi interrogare continui a far scorrere il dito su i nomi del registro per potersi gustare la tensione dei malcapitati possessori dei nomi di cui sopra, lascio la questione momentaneamente in sospeso(nel senso che questa è la premessa al prossimo post che pubblicherò oggi pomeriggio o domani); d'altro canto un post in tensione rende meglio.

sabato 24 novembre 2007

Phlebas








Morto...
Il mio corpo immobile
eppur mosso



da freddo cullar
di umide mani
e scosso



da timidi
baci dischiusi
in tumide
lingue d’alghe.



Viscosa saliva
lo spumeggiare di schegge dorate,
riflesso di lucida chioma
ed onde di schiuma
di sole morente.



Schegge, schegge, schegge
e gocce ghiacciate
di giallo paglierino
che son giaciglio
al mio frenetico riposo.



Io,


Phlebas il fenicio,
di gorghi lontani,
gorghi di acqua, sale
ed ere;
Phlebas,
ammaliato
da prostituiti sorrisi
di sciocche sirene,
resto spolpato
nei bisbigli di un verso.

sabato 17 novembre 2007

Le ragioni del folle








Per lo scomposto concerto
di un tossire ritmato
mi tentenna allucinata-
-mente una tmesi
nel singulto
(galeotta fu la glottide allo spasmo)



Dim-
-mi tu
dimmi quale
ehi dimmmmmiii !
qual'è?
qual'è la parola?



No, figurati se è quella
della logica!
lascia sempre
la lingua rugginosa...
il suo sapore è
troppo ruvido,
non sai?
E poi mi rantola
in gola
col raschiare di cui sopra.



Fidati,
una volta descritta
la limatura delle idee
si decritta meglio
nel latrare stordito
di un randagio!



lunedì 12 novembre 2007

Senor Perez




Tiepidolce
abbraccio di manzanilla
quella mattina dalle finestre
mentre il girotondo del sole
scandiva (toc-toc)
il mio

ESSERE-(el mio estar por)-VIVERE
in una mela
(es las manzanas de Cezanne).
Viver como una manzana
nell’attesa di essere colto (maturo)
da una nuda Eva peccatrice
(languida prosperosa
matrona fiorentina)
un’anti-Beatrice;

donna maliziosa...

Parole in bocca





Ebbro dei tuoi
Baci,
vorrei parlarti in bocca
con parole d’amore.
Avrei voluto pronunciarti in
Bocca
Quelle parole che
Solo tu
Devi sapere,
che
tu solo
puoi capire…
…consapevole
che il loro tono
ci avrebbe lasciato in bocca
(in quell’unica bocca
che è mia… che è tua)
l’amaro sapore
del requiem
di un amore
che era

solo
mio.

sabato 10 novembre 2007

Sbronza





E’ strano
è strano
ma non abbastanza,
sento di avere forza

forza!
Ma non credo abbastanza,
non credo abbastanza
per riuscire a sopportare tutto

del tutto
o sostenere lo sguardo nel vuoto
del flusso

dell’acqua
scivolo nel punto di flesso
dell’acqua
è la funzione dei miei pensieri
che disegnano contorni cubisti
di ombre allo specchio

sull’acqua
sul pelo dell’acqua,
sul pelo increspato dell’acqua
del cesso

dell’acqua
che in gorghi leggeri sorride ruttando
e forse è abbastanza.

venerdì 9 novembre 2007

L'eCstasi di santa Teresa






Pallidi petali pendono
dal tuo inguine
in languide pelviche professioni
...ehm profusioni di...
...pudici intenti?!
No ecco, pubici inneggi
al piacere provato.
Ancora pregusti
la pienezza portata
da eventi passati
e la sorpresa preparata,
tu appartata
che attendi
amplessi proibiti,
...ma shhh...
Sogno sagace
estasi santa, sacra sentenza...
Ma ... shhh...ecco
l’amante ammantato di menta
in fresche foglie fragranti.
Nel buio a tentoni,
ancora bagnato di doccia,
lo assali, lo agguanti
con famelici istinti,
intimi intenti,
lo tuffi in tumulti
di un candido mare
di camelie sul letto.
Connubio perfetto.

Edipo re




Nuda trapassi
infangato clamore
cinto da ruvido olezzo
di un piccolo amore
sperato, abbellito
nel mare obliato
tra le onde affogato
del tuo seno
premuroso, materno
latte d’aurora e
marzapane a colazione
sui tuoi fianchi snelli
i tuoi glutei teneri e tondi
canto rapace, vivace
di mille carezze
di miele a colazione
feconda, gioconda
terrena matrona
dondoli ancora
sull’altalena
delle passioni
arrossate dal fuoco
del tuo cuore
di questo infante
scontento, tremante
nell’ombra di un aquilone
fugace,
no ecco era un’ape.
Cingimi ancora di nudi
abbracci di marzapane
e d’orzata se ne rimane...
...il tempo.



Specchio delle mie brame



Eccomi ancora qui, di fronte a me stesso, o meglio, a quest’immagine riflessa di me che ha la consistenza di una mera rete di particelle e segnali informatici codificati, mi ritrovo a sorridere al pensiero che ciò che pretende di rendere il mio io sia talmente inconsistente da dipendere dalla corretta formulazione di un codice binario...
....un elemento diverso nel codice ed ecco che tutta la struttura si trasforma, la mia immagine muta, si sdoppia, si moltiplica e la serie infinita di simulacri possibili danza in silenzio di fronte ai miei occhi, come quelli resi da uno specchio in frantumi.... piccole gocce di me.
Oppure il senso di tutto questo è nel suo fungere da anti-ritratto di Dorian Gray, mi “scrivo” (o de-scrivo) così da potermi idealizzare, ma forse si tratta solo di un modo come un altro per cercare di fissare la proprio identità..... sarà questo che mi costringe ogni volta sempre e di nuovo a volgere lo sguardo su di me ed a tracciarmi in forma di linea?
La pratica confessionale Foucaultiana, retaggio ancestrale del monaco Cassiano, in fondo anche il lettino dello psichiatra non ne è esente (un Freud con la chierca in testa creato confessore.... la psicanalisi ancora puzza d'incenso.....) Quello che è certo è che alla fine rimane un senso d’incompiutezza, e la copia si dimostra per quello che è in realtà... una semplice pubblicità di sé stessi, il trailer del proprio io, lo specchio magico indica sempre "altro" non si ferma su di te (lo sa bene la Regina nera....)
Allora mi piacerebbe, potendo, sciogliermi in lettere o in immagini, sapori e suoni e scorrere sempre giocando con la luce, con le prospettive, con gli scorci visuali.....sarei io, ma sarei sempre nuovo. Questo almeno mi dispenserebbe dal continuo -impossibile- tentativo di cristallizzarmi in un profilo.... troppo bidimensionale mi ricorda la flatlandia di Abbott... in fondo io sono per la quarta dimensione!

giovedì 8 novembre 2007

latte latticini e suoi derivati.....


latte latticini e vari.....
le donne egiziane per lavorare con un uomo dovranno allattarlo almeno 5 volte.... O_O ehhhhhhhh?!?!?cioè io m'immaggino l'ufficio egiziano la mattina..... "ehi Pina (nome tipico delle donne del luogo) ho preso il caffè, me lo macchi?" ed ecco che davanti alla povera Pina si forma la stessa coda che troviamo da noi davanti alle macchinette per il caffè.... chissà se la Pina fa anche il cappuccino.... Magari però per allattare i colleghi ci sono altri modi..... tipo chissà se valgono pure i derivati del latte.... a quel punto nulla di scandaloso! la Pina arriva in ufficio con una bella ricottina "autoprodotta" da offrire... uhhhmmm magari a pensarci quest'idea è venuta loro in mente per fare concorrenza all'lc1 casei immunitas (o quel cazzzzzpita che è) della serie meglio dei fermenti lattici della danone c'è il latte stesso della Pina!
Un'ultima frecciatina:posto che il problema era :"è scandaloso che una donna lavori di fianco ad un'uomo estraneo"la soluzione diventa:"fagli ciucciare le tette e non sarà più estraneo"logica ineccepibile... come dire Aristotele in questo momento vorrebbe resuscitare per potersi suicidare dalla disperazione!!!!beh, ma grazie AR cazzo esistono anche forme intermedie tra la totale estraneità e il ciucciarsi vicendevolmente i capezzoli!!!!
Non che i cristiani siano molto meglio.... anche loro col trash non scherzano! ho messo in capo al post l'immagine di un quadro che mi ossessiona da quando l'ho visto al Prado.... si tratta del miracolo di bernardo.... dopo tante preghiere le tette della statua della madonna diventano di carne e lui ne ciuccia il latte.... (l'ho sempre detto che l'astinenza fa male).
Scherzi a parte da filofemminista sono indignato (ovviamente per il principio più che per la quantomai divertente soluzione) ogni tanto mi chiedo se una vaginocrazia non possa salvare questo nostro "sad-sick-world" (per citare "Daria".... nanana..nana)

Delicato Scatafascio




Nacqui sulle ceneri del Nirvana
terra tremante sotto me
accidioso fummo svanito
nel mio sguardo svilito
tra Grida e rimpianto.
Aria d’argento che brucia
nel sotterraneo soffio del vuoto.


Muri screpolati da cocci di vetro
profonde ferite sparse tra pietre...aperte
e il rumore delle scarpe spaccatesi
su secche briciole di pane...
...crepitio di caldarroste e
ancora acre fummo tra le narici...nei polmoni.


In-


-ciam-


-pato su rotti pezzi di
Tempo;
dimenticate, rozze immagini sfalsate
mi danzano attorno ruzzolando.
Frantumazione dell’essere.
Ma deve andare proprio tutto a
scata-scata-
-Scatafascio?

le pericolose carezze del rasoio

intanto cosa mai centreranno i proci flashati dell'Attardi (sì, è la strage dei proci di ulisse) col mio blog?
No, non riguarda l'assonanza-rima proci/froci (anche se magari l'inconscio c'ha messo lo zampino), per una volta non ha nulla a che vedere con la metrica o con la frociaggine....dipende piuttosto dalla mia passione per questo quadro dai colori arroganti e a voler proprio cercare una scusa, dipende dal nome.... dal nick che mi son scelto : Kinch è chiaro. lo Stephen Dedalus dello Ulysses(eccola la connessione tirata per i peli del buco del culo più che per i capelli!!!), mi è sempre stato simpatico.... l'ateo gesuita mancato di Joyce che si rifiuta di pregare sul letto di morte della madre; forse perchè un po' lo capisco con quella sua infanzia (non molto diversa dalla mia) immersa nel latino tossito da grossi grassi pretoni e le bacchettate sulle dita dispensate con generosità veramente cristiana da arcigne ingombranti "suoresse". ma, magari anche per le passeggiate spese a riflettere sull'ineluttabile modalità del credibile discutendo mentalmente col "maestro di color che sanno...".
Insomma quanto a seghe mentali ce la intendiamo io e Kinch, anch'io in fondo mi son sempre chiesto se il muco di quel latino scatarrato non fosse la più vera essenza della transustanziazione divina..... il verbo che si fa carne.... intere pagine di salmi incarnati (ed incrostati) nel moccio del mio fazzoletto..... la cosa ondeggia tra l'affascinante ed il disgustoso.
Allora ecco l'idea del rasoio, acuto, tagliente, le sue carezze vanno sempre all'osso, in tutti i casi (lo dimostra il nostro buon Ockham).... scarnificare l'inessenziale, progetto truculento il mio, ha un chè di splatter, immagino brandelli sanguinanti di verbose insulsaggini che piroettano a rallentatore nell'aria al suono della dolciastra musica di Tchaikovsky( scena banale forse, ma sempre efficace).
Ma in fondo i progetti vengono quasi sempre costruiti per poter essere disattesi; modo grazioso, questo, per concedermi la libertà di spaziare senza ancorarmi effettivamente ad un'idea precostituita, allora + che di progetto parlerò d'inclinazione, di tendenza, di sfondo comune di senso, ma, a ben vedere, se volessi essere completamente coerente con le mie stesse premesse dovrei cestinare questo post stesso come inutile..... evidentemente il mio rasoio ha bisogno dell'arrotino....