venerdì 9 novembre 2007

Specchio delle mie brame



Eccomi ancora qui, di fronte a me stesso, o meglio, a quest’immagine riflessa di me che ha la consistenza di una mera rete di particelle e segnali informatici codificati, mi ritrovo a sorridere al pensiero che ciò che pretende di rendere il mio io sia talmente inconsistente da dipendere dalla corretta formulazione di un codice binario...
....un elemento diverso nel codice ed ecco che tutta la struttura si trasforma, la mia immagine muta, si sdoppia, si moltiplica e la serie infinita di simulacri possibili danza in silenzio di fronte ai miei occhi, come quelli resi da uno specchio in frantumi.... piccole gocce di me.
Oppure il senso di tutto questo è nel suo fungere da anti-ritratto di Dorian Gray, mi “scrivo” (o de-scrivo) così da potermi idealizzare, ma forse si tratta solo di un modo come un altro per cercare di fissare la proprio identità..... sarà questo che mi costringe ogni volta sempre e di nuovo a volgere lo sguardo su di me ed a tracciarmi in forma di linea?
La pratica confessionale Foucaultiana, retaggio ancestrale del monaco Cassiano, in fondo anche il lettino dello psichiatra non ne è esente (un Freud con la chierca in testa creato confessore.... la psicanalisi ancora puzza d'incenso.....) Quello che è certo è che alla fine rimane un senso d’incompiutezza, e la copia si dimostra per quello che è in realtà... una semplice pubblicità di sé stessi, il trailer del proprio io, lo specchio magico indica sempre "altro" non si ferma su di te (lo sa bene la Regina nera....)
Allora mi piacerebbe, potendo, sciogliermi in lettere o in immagini, sapori e suoni e scorrere sempre giocando con la luce, con le prospettive, con gli scorci visuali.....sarei io, ma sarei sempre nuovo. Questo almeno mi dispenserebbe dal continuo -impossibile- tentativo di cristallizzarmi in un profilo.... troppo bidimensionale mi ricorda la flatlandia di Abbott... in fondo io sono per la quarta dimensione!

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