sabato 8 dicembre 2007

La nascita di Abraxas



Corpo cosparso di sperma
invischiato di
vacuo languore o provido ardore?
magari entrambi incompiuti
nei tumulti inconsulti
d'un riso spezzato.
L'angelo irato
si sveglia per
l'eterno clamore
di un bacchico.... furore
(pulsione per troppo nascosta)
finalmente comincia a capire
di essere stato imprigionato
rivede se stesso impagliato,
nudo aborto di un sogno d'oro sbavato
e d'alloro avvilito .
In travaglio disperato
l'angelo imbellettato
batte allo specchio per fuggire
senza capire
che viene spennato,
lui affogato, impigliato
nel petto villoso
di un satiro.....
....uhmmmm dotato
nel suo bramoso segreto
selvaggiamente amato...
eh.... in languidi abbracci avvinghiato,
estenuato,
di parto cesario rinato
da questo orgiastico amore
e cinto da un manto di
placenta e liberazione,
tra la generale costernazione
...se ne va.
Angelo sorridente
due corna e
un'aureola d'argento....
se ne va...
...Angelo gaudente....

1 commento:

Alphakinch ha detto...

Questa poesia è abbastanza datata, l'ho scritta che ero appena diciottenne ed in effetti è più che migliorabile, ma volevo riportarla così com'era, anche perchè era la prima che scrivevo con dentro l'immagine dell'Angelo-Dannato..... l'Abraxas di Herman Hesse.
Devo ammettere che mi ha sempre affascinato Abraxas, e, in effetti, ricorre spesso nelle mie poesie.
Come in molti casi per quel che riguarda le mie poesie, questa non parla di me (così come ad esempio nn parlavano di me edipo-re, phlebas e molte altre) mi capita infatti di frequente di "entrare" in un personaggio e provare a descrivere quello che penso potrebbe provare in versi.